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Valbiandino.net : notizie dalla Valsassina e non solo...

Divertenti i commenti sull`incidente accaduto alla nave-cargo Ever Given incagliatasi nel Canale di Suez, bloccando il traffico in entrambe le direzioni (milioni di dollari i danni previsti).

Marco Molgora ( gia` assessore verde alla provincia di Leco ai tempi di Brivio) propone di inviare Bertolaso per risolvere la situazione ("E` gia` stato detto ?", si chiede ironicamente) mentre Luca Radaelli (un altro instancabile commentatore su Facebook) si domanda se per caso alla guida della nave-cargo non ci fosse il comandante Schettino !
Altri commenti potrebbero inserirli i nostri lettori qui sotto ...

Con questo articolo iniziamo una nuova rubrica, inviateci o segnalateci le vostro foto preferite a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Due comunicati della Polizia di Stato:

1)Non cadere nella Rete delle #fakenews sul #Covid19 e sulle relative vaccinazioni. Si sta diffondendo la falsa notizia sul blocco precauzionale di diversi lotti di vaccini #AstraZeneca attraverso un comunicato contraffatto AIFA Agenzia Italiana del Farmaco - pagina ufficiale
. L'Agenzia ha ribadito che solo un unico lotto, contraddistinto dalla sigla ABV2856, è stato bloccato per motivi precauzionali.
Ricorda che puoi sempre verificare l’attendibilità delle informazioni consultando le pagine ufficiali dell’Aifa www.aifa.gov.it e, in caso di dubbi, puoi segnalare la notizia alla Polizia postale e delle comunicazioni sul sito www.commissariatodips.it.

2) Consultate sul nostro sitoweb i recenti aggiornamenti sulle proroghe per le scadenze di revisione automezzi, patente di guida e carta di qualificazione del conducente #CQC.
Info disponibili al link https://www.poliziadistato.it/.../165e7c7af6ba0f7624234128

Domenica, 14 Marzo 2021 17:03

ZONA ROSSA E DUBBI AMLETICI

Ci risiamo. Tutto già visto ma non tutto già risolto. I dubbi, come sempre, rimangono e affollano l’Italia pandemicamente rossa ma politicamente policroma. Il decreto legge emanato dal governo Draghi ha ridipinto di carminio l’intero settentrione. O quasi. Ricominciano così a farsi avanti dubbi e perplessità sull’applicazione pratica di norme vissute da alcuni come necessarie e inevitabili per bloccare la diffusione dei contagi, come insopportabili restrizioni delle libertà individuali da altri.

E l’albionico, orrendo acronimo FAQ torna a far parte della nostra vita quotidiana. Comprensibile, quindi che le “frequently asked questions” si ripresentino invariate nella forma e nella sostanza e che qualcuno, molto opportunamente, tenti di diradare le nebbie fitte che immancabilmente offuscano i testi prodotti con kafkiana pervicacia dai nostrani e mai estinti burosauri. Ma qualche precisazione e sottolineatura non guasta. Ad esempio per quanto riguarda gli spostamenti. È vero che il Dl pubblicato ieri in Gazzetta ufficiale, (come si spiega nella sezione FAQ del sito https://www.governo.it/it/articolo/domande-frequenti-sulle-misure-adottate-dal-governo/15638#zone) vieta qualsiasi spostamento, anche nel Comune di residenza se non per motivi di lavoro, salute o necessità.

Ma da questo punto di vista i valsassinesi sono, in un certo senso, dei privilegiati poiché il dispositivo pubblicato oggi in Gazzetta Ufficiale, prevede alcune, fondamentali deroghe. Infatti, per chi risiede in Comuni la cui popolazione non supera i 5000 abitanti (dunque tutti i Comuni della valle) gli spostamenti “sono consentiti per una distanza non superiore a 30 chilometri dai relativi confini, con esclusione in ogni caso degli spostamenti verso i capoluoghi di Provincia”. Nulla di nuovo, insomma, rispetto al lock-down dello scorso inverno.

Dunque, secondo le delucidazioni governative, chi risiede in Valsassina, purché munito di apposita autocertificazione, potrà spostarsi dovunque, per lavoro, salute o necessità, entro i 30 km dal Comune di residenza ma non potrà raggiungere Lecco, colpito da interdizione in quanto capoluogo di Provincia. Nelle risposte governative alle FAQ si specifica anche che “La valutazione circa l’eventuale sussistenza di motivi di necessità, in ciascuna vicenda concreta, rispetto alle variegate situazioni che possono verificarsi, resta rimessa all’Autorità competente”. Insomma, in caso di controllo sarà l’agente che rileva lo spostamento a decidere se si tratti o meno di violazione delle norme. Ma questo è vero sempre, anche in assenza di particolari restrizioni.

Tutto chiaro dunque? Non proprio visto che in teoria chi periodicamente scende a Lecco per rifornirsi di generi vari in qualche Ipermercato, non potrebbe più farlo, dato che Lecco è capoluogo di Provincia. Ma “Fare la spesa rientra sempre fra le cause giustificative degli spostamenti. Laddove quindi il proprio Comune non disponga di punti vendita o nel caso in cui un Comune contiguo al proprio presenti una disponibilità, anche in termini di maggiore convenienza economica, di punti vendita necessari alle proprie esigenze, lo spostamento è consentito, entro tali limiti, che dovranno essere autocertificati”. Parola di FAQ. Ma Lecco, oltre che capoluogo di Provincia, può essere considerato “contiguo” a Primaluna o Pasturo?

Terminiamo il nostro viaggio nel dubbio pandemico trattando il tema: attività motoria e/o sportiva. Per quanto riguarda le passeggiate sembra non ci siano dubbi: “sono ammesse, in quanto attività motoria, esclusivamente in prossimità della propria abitazione”. Ferme restando le abituali precauzioni. Insomma si può girare intorno alla propria casa, ma non a quella del vicino. Chiaro. Per quanto riguarda l’attività sportiva le cose si complicano. Infatti “Nell’area rossa è consentito svolgere l'attività sportiva esclusivamente nell’ambito del territorio del proprio Comune, dalle 5.00 alle 22.00, in forma individuale e all'aperto, mantenendo la distanza interpersonale di due metri.” Però è anche vero che è possibile “nello svolgimento di un’attività sportiva che comporti uno spostamento (per esempio la corsa o la bicicletta), entrare in un altro Comune, purché tale spostamento resti funzionale unicamente all’attività sportiva stessa e la destinazione finale coincida con il Comune di partenza.”

È esclusa, quindi, la possibilità di usare automobile o motocicletta per spostarsi in altro Comune nel quale esercitare, o dal quale far partire, l’attività sportiva. Su come si possa accertare nei fatti quando si tratti di passeggiata, attività motoria o attività sportiva, le FAQ tacciono. Nel caso di un ciclista forse tutto dipende dal tipo di veicolo, (da passeggio o da corsa, oppure mountain bike). Nel primo caso pedalare è consentito esclusivamente “nella prossimità di casa propria”. Se si tratta di un pedone la differenza la potrebbe fare il tipo di calzature (da runner, da jogging, da tennis)? O la presenza o assenza di zaino, marsupio o bastoncini da sci e così via? L’area del dubbio, come si vede, continua ad allargarsi. Conclusioni: spostatevi il meno possibile e sempre con distanziamento interpersonale adeguato e mascherina.

Domenica, 14 Marzo 2021 07:33

OGGI CHE BELLISSIMA GIORNATA..

Negli anni Trenta del secolo scorso, quando non c`era ancora il Festival di Sanremo, c`era pero` una canzoncina abbastanza famosa, oltre a "Giovinezza" o "Faccetta Nera", e che mia madre, che l` aveva appresa da bambina, aveva insegnato anche a me.

Diceva letteralmente cosi` (anche la musica e` molto carina, la trovate su Youtube):" Oggi che bellissima giornata, giorno di gran felicita`, la mia bella donna se n`e` andata, e m`ha promesso che mai piu` ritornera` !".

Scrivo questo perche` sono veramente colpito, e anche veramente stufo, a distanza di pochi giorni dall`8 Marzo, della lunga sequela di femminicidi che ogni giorno ci sciorinano i telegiornali.

Adesso, oltre agli Italiani, ci si sono messi pure gli Inglesi che, grande ideona, invitano le donne a non uscire da sole alla sera, dopo la manifestazione di ieri causata dall`uccisione di una donna in un parco di Londra, manifestazione tra l`altro repressa brutalmente.

Una parlamentare Laburista ha calcolato il numero di femminicidi commessi in un anno nella "perfida Albione" (a proposito di Anni `30). Ma gli Inglesi non erano queli del "self control", o addirittura del "niente sesso siamo inglesi" ?
Ben centoventi femminicidi in un anno solo: in Italia andiamo un po` meglio, "solo" 91 nel 2020 (di cui 81 in ambito famigliare, cioe` uccise dal marito/convivente).

Non sarebbe l`ora di piantarla ?

Oggi una canzone come quella che ho ricordato cosi` sarebbe di gran lunga Futurista (il Futurismo era una corrente letteraria dell`epoca) a dimostrazione che forse non tutto di quegli anni sia da buttare via.

La reazione dell`uomo abbandonato da una donna (il classico "caro, non ti amo piu`") oggi e` troppo spesso causa di violenza, di cui il femminicidio e` solo l`ultima fase , piu` spesso si tramuta in "stalking", come si dice oggi, o in ripicche personali anche pesanti.

Guardiamo invece all`ironia, all`intelligenza, alla leggerezza, pure in quegli anni di imperante "machismo" in cui il Fascismo esaltava il culto della virilita`, con cui il maschio abbandonato reagisce all`annuncio della (ex) amata : "Oggi che magnifica giornata , io non ho piu` rancore e ringrazio chi me l`ha portata via ", in realta` l`uomo non ne vedeva l`ora !

Futurista proprio , ma nel senso che appartiene piu` a uno sperabile futuro che alla realta` del presente.
Se la reazione degli uomini abbandonati fosse sempre questa il mondo sarebbe molto migliore !
Io riproporrei questa canzone ancora oggi al prossimo Sanremo !

Un incontro inaspettato

Mercoledì 10 marzo, a metà mattino, è venuto alla Casa sul Pozzo mons Mario Delpini, arcivescovo di Milano. È sceso dalla macchina con la mascherina, senza alcuna insegna vescovile; ci ha salutato riconoscendo don Flavio, dando la mano a P. Elia, salutando padre Angelo.
La visita era desiderata dal Vescovo per conoscere la realtà (ne aveva sentito parlare come di un “mito”) ed ora finalmente aveva la possibilità di farne conoscenza da vicino. La visita è stata contrassegnata da una sincera ed essenziale convivialità.
L'ospite è stato accompagnato a conoscere la casa, nella funzione di abitazione per un piccolo nucleo di persone, e di accoglienza e cura di adolescenti di nuova immigrazione e di seconda generazione, per la maggior parte musulmani.
L'arcivescovo si è mostrato molto attento e argutamente ha chiesto dove fosse il pozzo; Angelo glielo ha mostrato dall'alto spiegandone il significato.
Dopo una visita breve alla struttura ci siamo trovati nel salone per uno scambio di saluti in un clima di reciproco ascolto e di riconoscenza reciproca
Angelo ha ringraziato l'ospite, accompagnato dal vicario episcopale mons Maurizio Rolla, per la gradita visita e ha richiamato la comunicazione dell'arcivescovo di qualche settimana fa dal titolo: Posso chiedervi di condividere lo strazio dell’impotenza? Questa domanda era stata vissuta intensamente dagli abitanti la casa. Ha poi messo in rilievo il dialogo avviato con la comunità musulmana, che ha il suo centro proprio di fronte alla casa sul pozzo. Indicando con questa scelta una sfida perché questo territorio esprima una dimensione di pace e di prassi interculturale di riconciliazione e di confronto e non di contrapposizione tra chi vive pur in maniera diversa il riferimento al Libro come parola di Dio per l'uomo.
Le parole di Delpini sono state di riconoscimento della forte creatività del gruppo e di gratitudine per quello che svolge sul territorio.
L'arcivescovo ci ha tenuto a dire che quella sua lettera è nata dall'ascolto di tante comunità e famiglie e che oggi hanno bisogno di sostegno e di una parola che sia salvatrice.
C’è stato un dialogo tra le persone e il vescovo.
Renata Menaballi ha presentato l’esperienza con alcuni giovani di Crossing (e di ex) per ripensare una riflessione a partire dalle parole di p. dell'Oglio, che invitava a riscoprire la comune umanità. Purtroppo, la pandemia sta misurando questa esperienza, ma c’è possibilità di sviluppo.
Giuseppe Colombo chiede quale riverbero e quale ripresa in diocesi del viaggio di papa Francesco alla radice della fede nella terra di Abramo.
Provocatoriamente mons. Delpini ha rilanciato: “se avete voi qualche idea da propormi …!” ma poi ha assicurato che la diocesi di Milano guarda molto ad oriente ed è attenta alle vicende di quei popoli.
Valentina Nocita ha presentato all'ospite il lavoro educativo nei confronti dei ragazzi di Crossing, che in questo momento sono impossibilitati a venire; ma proprio per questo viene garantito loro un contatto e una presenza costante on-line.
La risposta dell'arcivescovo è stata di richiamo alla libertà dei soggetti, di cui noi ci prendiamo cura educativamente; per questo possiamo soffrire anche dei fallimenti. Ma proprio in questo contesto ha voluto puntualizzare una dinamica di non invadenza nei confronti dei giovani; di non far trovare tutto pronto, ma lasciare loro la possibilità di esprimersi. In questo senso si augura che queste giovani generazioni sappiano essere in un certo qual modo “rivoluzionari”! Nel senso di lottare per il cambiamento e non adagiarsi in quello che il mondo li costringe ad essere: bravi consumatori. C'è un bisogno di ripartire, di riguadagnare senso e non mollare.

Alla fine di questo breve dialogo abbiamo chiesto la sua benedizione e l'arcivescovo ha declinato in maniera semplice ma intensa la discesa della benedizione sugli ospiti, sui volontari, sulla casa, sulle famiglie e sulla città.
Lo scambio di alcuni doni ha segnato il termine dell'incontro. All'arcivescovo la comunità ha donato la colomba in ceramica e due testi: il libro di Sara Favre su Mino Cerezo, di cui l'ospite ha potuto ammirare le opere, e la guida per comprendere il fenomeno migratorio nel nostro territorio; non da ultimo alcune confezioni di marmellate prodotte dalla casa sul pozzo.

In un momento finale di commiato, in cui ha sorpreso la sua attenzione gentile con cui ha voluto salutare P. Elia, ha avuto modo di percorrere i nomi sul Muro della memoria, la fontana della pace e la Carta di Peters.

Giuseppe Colombo

Un grande dono la visita dell’arcivescovo Delpini alla Casa sul Pozzo.
È entrato in silenzio e senza cerimonie, con molta semplicità, ma con la forza di chi ha la libertà profonda di dire ciò che pensa.
E così il dialogo con il gruppo dei presenti (una trentina di persone!) è stato subito sciolto, familiare.
Punto di partenza è stato l’invito proposto da Delpini stesso tre settimane fa per una condivisione dello “strazio dell’impotenza” e che la Casa sul Pozzo ha vissuto con una serata intensa di preghiera e contemplazione. Da lì la conversazione ha toccato il dialogo con l’Islam: l’arcivescovo ha subito colto la sfida di un incontro che vuole andare al di là del buon vicinato e cerca l’ascolto dell’altro, la condivisione di un cammino nella fede, l’attenzione alla concretezza del quotidiano.
E poi Crossing con la fatica e la tenacia corali della Comunità e degli educatori in questo tempo di pandemia. Da Delpini una nota preziosa: aiutare i ragazzi a prendere coscienza delle proprie risorse e del “fuoco di cambiamento” che è dentro di loro, anche nella difficoltà.
Infine, il comune affetto per papa Francesco e il desiderio che i segni forti che quest’uomo sta compiendo nel mondo possano essere energia di trasformazione per le nostre comunità.
Un incontro breve, ma non formale: uno di quei piccoli grandi momenti che lasciano traccia e donano speranza.

Renata Menaballi

Lunedì, 08 Marzo 2021 07:09

GRANDE PAPA FRANCESCO !

Personalmente non sono mai stato un "Papista", come dicevano gli Inglesi nel XVI secolo, all`epoca della scissione anglicana praticata da Enrico VIII.
Non si puo` pero` non avere grande ammirazione,, oltre che rispetto, per la visita pastorale di Papa Francesco in uno dei luoghi piu` martoriati e pericolosi del mondo. Una missione ad alto rischio (in particolare rischiosi i trasferimenti in elicottero) conclusasi per fortuna nel migliore dei modi.

Il suo appello contro la guerra e il terrorismo, il rivendicare ancora una volta che "non si puo` uccidere in nome di Dio", l`incontro con il massimo rappresentante della Religione Islamica Sunnita, l`Ayatollah Ali Al Sistani, la sua Messa tra le macerie dei bombardamenti, il suo portare umilmente un ramoscello d`ulivo in una zona travagliata e adesso addirittura a rischio di guerre nucleari (proprio ieri l`Iran ha minacciato Israele di diventare oggetto di un attacco, appena avra` completato la preparazione della sua bomba atomica) sono qualcosa che fanno del Papa un altissimo protagonista positivo della politica internazionale.

La sua figura emerge ancora piu` grande se confrontata allo squallore e alla miseria invece della nostra politica interna, dove un politicante da strapazzo che si paragona a Machiavelli fa cadere un Governo in piena pandemia, mentre si reca nei paesi Arabi non per elogiare la Pace, ma per dichiarare, in cambio di 80.000 dollari, che chi fa a pezzi i giornalisti e considera le donne niente piu` che concubine e` un rappresentante del "Nuovo Rinascimento"!

Ci voleva, per portare un raggio di luce e di speranza in un mondo, e particolarmente in Italia, in preda ormai allo sconforto, un Papa che venisse dal Sud America, la terra della "Teologia della Liberazione", dell`indimenticabile Vescovo Helder Camara e di tanti altri sacerdoti trucidati dalle bande di coltivatori e spacciatori di droga.

Una terra dove la Chiesa, fin dai tempi del domenicano Bartolomeo de Las Casas, come pure i Gesuiti nel Settecento, si e` sempre schierata per davvero dalla parte dei piu` poveri e indifesi.

Grazie Papa Francesco per avere portato una luce di speranza dal fondo del tunnel: ne avevamo veramente bisogno !

Sabato, 06 Marzo 2021 15:22

I SINDACATI FESTEGGIANO L`8 MARZO

Come tutti gli anni, in occasione della Festa delle donne, i Coordinamenti Donne Cgil Cisl e Uil e Spi, Fnp e Uil Pensionati organizzano due iniziative a Lecco e Monza in occasione della Festa delle donne:

LECCO – Verrà trasmesso attraverso i nostri canali web e social uno spot sul «Gender gap».

 

 Parlano gli ospiti della residenza per persone con disabilità di Mandello, in isolamento sociale dal 21 febbraio 2020.

“Non vedo il mio papà da quasi due anni, ha 87 anni e dice a mia sorella: io ho anche un’altra figlia!”. Chi parla è Claudia, una dei 15 ospiti della Nostra Famiglia di Mandello, Residenza Sanitario Assistenziale per Persone con Disabilità (RSD) diventata “struttura Covid” con la seconda ondata.

Fino al febbraio 2020 presso la RSD si svolgeva la vita di una normale casa, con alcune regole che garantivano una serena vita comune e spazi di libertà individuale rispettosi delle scelte e della storia di ciascun ospite.
“Nonostante tutte le precauzioni per garantire la sicurezza dal contagio, il virus si è insediato nella sede, ha raggiunto quasi tutti gli ospiti, alcuni operatori e le Piccole Apostole che hanno dovuto temporaneamente traslocare” spiega Enrico Fumagalli, responsabile operativo della sede.

L’isolamento: una finestra sul mondo grazie alla tecnologia
Presso il Centro sono state quindi adottate misure sempre più severe, con un ribaltamento dell’organizzazione della vita quotidiana e un cambiamento radicale di ritmi e abitudini: divieto di visita di volontari, amici e parenti e divieto di uscita di qualunque tipo, dalla frequenza della parrocchia all’uscita in pizzeria, dalle vacanze ai rientri in famiglia.
Gli ospiti contagiati sono stati isolati nelle camere, è stata sospesa la frequenza dei laboratori e degli spazi comuni e la cucina, prima luogo simbolicamente centrale della casa, è divenuta unicamente centro di distribuzione.

Gli operatori della struttura hanno fatto miracoli: traslochi, riorganizzazione continua a seconda dell’estendersi graduale del problema, sostegno agli ospiti, tentativo di assicurare, nella straordinarietà della situazione, un senso di normalità, di serenità, di speranza: “fortunatamente a Mandello la tecnologia è sempre stata di casa, perché ausilio indispensabile per l’autonomia degli ospiti. Pur isolati in camera, hanno sempre potuto comunicare e mantenere contatti con parenti e amici e col mondo esterno: un grazie speciale a questo proposito va ai volontari, che con le loro donazioni natalizie hanno consentito l’acquisto di un tablet per videochiamate, e agli operatori si sono dati da fare per animare l’ambiente, mantenendo un livello di cura verso i nostri ospiti molto alto e nel rispetto della normativa vigente” commenta Fumagalli.

I racconti degli ospiti
“Mi sono sentita tanto isolata quando sono stata nella camera a un letto. In questa situazione è preferibile essere in due”, ricorda Claudia. “Io invece ho sofferto perché ho dovuto rinunciare alla mia camera, non vedevo l’ora di tornarci”, le fa eco Patrizia.
Tutti gli abitanti della casa cercano di trarre insegnamenti da questa esperienza, con una buona dose di responsabilità e resilienza: c’è chi è diventato meno “aggressivo”, chi meno “appiccicoso”, chi ha smesso di fumare (e in cambio mangia tanto cioccolato) e chi dice: “qui si sta sempre insieme, ma non è detto che comunichiamo veramente tra noi. Mi sono accorta che altre mie compagne stavano soffrendo e ho cercato di parlare con loro, di esprimere con le mie parole quello che loro non riuscivano a dire e ci siamo capite”.

Caccia al tesoro online con l’oratorio
Ora gli ospiti stanno tutti bene e si sta cercando di tornare alla normalità: parenti, amici e volontari hanno nuovamente la possibilità di incontrare gli ospiti seguendo le procedure date dal Ministero della Salute e dalla Direzione Sanitaria dell’ente.
“Grazie a Dio nessuno è stato particolarmente male e i sintomi sono stati lievi”, racconta Carla Andreotti, Piccola Apostola della Carità residente nella casa: “contiamo di riprendere al più presto le proposte di impegno e di animazione ma soprattutto di tornare ad assaporare i momenti liberi, in cui giocano un ruolo importante le relazioni interpersonali costruite nel tempo da ciascun ospite. Per esempio, in occasione della festa di don Bosco, il sabato abbiamo partecipato a una caccia al tesoro online organizzata da don Andrea Mombelli e dagli animatori dell'oratorio: i nostri ospiti dovevano risolvere degli indovinelli e ad ogni tappa superata ottenevano un pezzo di ricetta. Alla domenica abbiamo cucinato un dolce tutti insieme, bardati da capo a piedi ma felici”.

10 FEBBRAIO 2021 – INIZIATIVE IN MEMORIA DELL’EX QUESTORE DI FIUME GIOVANNI PALATUCCI

Nella giornata odierna 10 febbraio 2021 ricorre l’anniversario della morte di Giovanni Palatucci, ex Questore di Fiume, morto nel 1945 nel campo di concentramento nazista di Dachau, Medaglia d’Oro al Merito Civile e riconosciuto “Giusto tra le Nazioni” per aver salvato dal genocidio migliaia di ebrei stranieri ed italiani.

Al fine di onorare il suo sacrificio, nella mattinata odierna, in Lecco città, nei pressi dell’area adiacente alla Statua di San Nicolò, situata in piazza Antonio Stoppani, ha avuto luogo una cerimonia commemorativa dedicata al ricordo del valoroso Dirigente, con la piantumazione di un albero di ulivo e l’apposizione di una targa alla memoria dell’ex Questore di Fiume, alla presenza del Questore di Lecco Alfredo D'Agostino, del Prefetto di Lecco Castrese De Rosa, del Sindaco di Lecco Mauro Gattinoni, del Presidente della Provincia di Lecco Claudio Usuelli, del Cappellano della Polizia di Stato Don Andrea Lotterio e dei Comandanti Provinciali delle Forze dell’Ordine.

Analoga iniziativa ha avuto luogo, nella stessa mattinata di oggi, anche sul nuovo lungolago in viale Italia del Comune di Malgrate (LC), con l’apposizione di una targa alla memoria del valoroso Dirigente di Polizia, ai piedi di uno degli alberi di recente piantumazione.
Il Questore di Lecco desidera esprimere i più sinceri ringraziamenti al Sindaco di Lecco Mauro Gattinoni ed al Sindaco di Malgrate Flavio Polano per la disponibilità ed per il senso di vicinanza dimostrato alla Polizia di Stato, che hanno permesso la realizzazione delle citate iniziative in onore dell’ex Questore di Fiume Giovanni Palatucci, ai cui alti valori si ispira il quotidiano impegno degli operatori della Polizia di Stato.

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